Morten Beiter om Scrovegni’erne kapel i Padova

di Lucia Rota
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Her er en kort udgave af Morten Beiters artikel i Weekendavisen den15/6, hvor han skriver bl.a om Scrovegni’ernes kapel i Padova

”For ikke så lang tid siden stod jeg i Scrovegni’ernes kapel i Padova og kiggede op til Giottos over 700 år gamle dommedagsfresco på endevæggen. Kapellet var den stenrige Scrovegni-families forsøg på at købe sig ud af det helvede, som var blevet dem tildelt af selveste Dante, der i sin Guddommelige komedie havde placeret patriarken Reginaldo Scrovegni i ågerkarlenes  helvedeskreds. ”Jeg, Paduas søn, blandt florentiner sidder, der fylde mine øren til med rungen af deres råb”. Men uanset hvor frygtet helvede er, så er det nok alligevel her de fleste øjne stopper, når de glider hen over den sublime, malede fortælling om den sidste dag.  Og det er svært ikke at komme i tanke om den gamle vittighed med manden, der døde og blev vist rundt i helvede, der egentlig virkede som et meget hyggeligt og rart sted, hvis det ikke lige var for et enkelt hjørne, der var fuldt af torturinstrumenter.  Og adspurgt, hvad der var, svarede djævelen: ”Det der? Det er bare noget vi har stående til katolikkerne. Jeg ved ikke helt hvorfor, men de er vilde med det.”…..

Su Weekendavisen del 15/6 Morten Beiter pubblica un articolo dove si riallaccia a una sua visita alla Cappella degli Scrovegni.

La cappella fu fatta costruire da Enrico Scrovegni, ricchissimo banchiere padovano nell’area dell’antica arena romana di Padova. Qui fece edificare un sontuoso palazzo di cui la cappella era oratorio privato e futuro mausoleo familiare.Chiamò  ad affrescarla Giotto che vi lavorò dal 1303 al 1305. L’interno si presenta interamente affrescato su tutte e quattro le pareti. Il ciclo pittorico è incentrato sul tema della salvezza. Dio decide la riconciliazione con l’umanità, affidando all’Arcangelo Gabriele il compito di cancellare la colpa di Adamo con il sacrificio di suo figlio fatto uomo. Prosegue con le storie di Gioacchino ed Anna, le Storie di Maria, le  storie di Cristo concludendo con il grandioso giudizio universale. La cappella fu acquistata da Padova nel 1881 che ne curó il restauro e la riconsegnó al mondo in tutto il suo ritrovato splendore. L’articolo di Morten Beiter è molto vivace e come al solito interessante. Divertente è quello che scrive su un’ ipotetica visita all’ inferno di un tale accompagnato da un diavolo “spiritoso” che gli fa vedere gli strumenti di tortura usati per i cattolici che li apprezzano particolarmente.

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