Un angolo di Italia nel cuore del Pakistan

di Marie Morel
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Era il 1954 e l’Italia stava affrontando la sua lenta, faticosa risalita dopo la guerra.

L’anno era iniziato con una vera rivoluzione di costume e culturale, l’arrivo della televisione con la messa in onda a Capodanno del messaggio augurale di Papa Pio XII ed era proseguito con un evento memorabile, di cui l’Italia si era resa protagonista: la scalata del K2, il 31 luglio, da parte di una spedizione  patrocinata dal Club Alpino Italiano, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall’Istituto Geografico Militare e dallo Stato italiano, guidata dal geologo Ardito Desio.

La notizia si diffuse il 3 agosto ed accese l’entusiasmo degli italiani, che fecero della conquista di quella vetta, fino ad allora inviolata, il simbolo della rinascita dell’Italia nel dopoguerra.

Da allora il K2 è diventata “la montagna degli italiani”.

Un legame che non è solo affettivo e simbolico, ma che a partire da quel sogno realizzato dai nostri connazionali nel 1954, si è concretizzato nel Parco del Karakorum, nato grazie alla collaborazione tra Italia e Pakistan.

Si tratta di un’area di oltre 10.000 km che comprende il K2 ed altre montagne, con una flora e una fauna uniche al mondo, i suoi ghiacciai e il raro leopardo delle nevi, che vive tra i 33520 e i 6700 km di altitudine.

Destinata sulla carta a parco già nel 1993, di fatto lo è diventata solo di recente con il lavoro dell’associazione italiana EV-K2-CNR ed alcune istituzioni pakistane.

Il progetto è davvero innovativo, perché coinvolge in maniera diretta 135 popolazioni locali che portano avanti le attività tradizionali necessarie al loro sostentamento, condividendo però i piani sostenibilità e di conservazione del territorio.

Dal 2014, anche Moncler sostiene l’associazione EV-K2-CNR, promuovendo programmi di educazione ambientale come Keep Karakorum Clean e Keep K2 Clean, per ripulire dai rifiuti i campi base che ogni anno ospitano centinaia di persone, riportando le aree al loro splendore naturale. Solo nel 2014 sono state raccolte 15 tonnellate di spazzatura, smaltite grazie all’inceneritore ecologico Earth, installato da EV-K2-CNR nel 2007.  

Sono state avviate anche campagne di sensibilizzazione sull’importanza di preservare e mantenere puliti i ghiacciai, che sono la riserva d’acqua principale a cui attingono le popolazioni che vivono lungo tutto il bacino dell’Indo.

Riaccende la speranza sapere che, nel mondo, ci sono italiani, i quali, al di fuori delle istituzioni, ma organizzati sotto forma di aziende e associazioni, lavorano per portare avanti progetti stupendi come questo, solo per amore dell’ambiente, di un territorio, ovunque esso si trovi.

In barba alle logiche sovraniste, così di moda oggi, questi italiani sanno che la terra intera è un patrimonio che appartiene a tutta l’umanità, indipendentemente da nazionalità, razza o colore della pelle.

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