“Grande, grande, grande”

di Silvia La Rosa
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Mina Anna Maria Mazzini, da tutti amata semplicemente come Mina, è davvero un patrimonio inestimabile della musica italiana. Definita come “la più grande cantante bianca del mondo” da Louis Armstrong, con Mina nessuna descrizione rende la grandezza di questa artista.

 Proprio in merito alla sua voce straordinaria e inconfondibile ha ricevuto probabilmente il complimento più bello da Sara Vaughan, la massima esponente dello stile jazz denominato bebop, la quale disse di Mina:”Se non avessi la mia voce, vorrei avere quella di una giovane ragazza italiana di nome Mina” e, non a caso, Mina questa bellissima dedica l’ha inserita proprio come apertura della sua biografia per il sito internet.

Il contributo che Mina ha donato alla musica italiana è immenso quanto la sua vastissima discografia.Tutto comincia nel 1958, sul palco di un celebre locale, la Bussola di Marina di Pietrasanta, in Versilia, dove Mina si esibisce insieme ad un gruppo che stava riscuotendo successo in quegli anni, gli Happy Boys, ma ben presto viene notata da un discografico, David Matalon, che le propone di incidere dei brani in italiano e inglese. Da quel palco la carriera di Mina prosegue, inarrestabile, come cantante, presentatrice di programmi di successo, attrice e discografica.

 Mina sembra avere il potere di tramutare in oro tutto ciò che si trovi a toccare, cosi come testimoniano i successi collezionati durante tutta la sua carriera. In sessantuno anni di gloriosa attività Mina ha interpretato circa 1500 canzoni e venduto oltre 150 milioni di dischi, conquistando i primi posti delle classifiche italiane. E questi numeri sono ancora più significativi se si considera che il 23 agosto 1978 Mina, proprio in quello stesso palco che aveva segnato il suo esordio, si esibirà per l’ultima volta davanti al pubblico, ancora inconsapevole della scelta di Mina di allontanarsi per sempre dalle scene, per ritirarsi a vita privata. Una scelta dalla quale la cantante non torna più indietro, e che lascia il pubblico italiano sgomento.

 Eppure Mina riesce a realizzare qualcosa di ancora piùstraordinario. Seppur ritiratasi dalle scene, Mina non smette mai di cantare, regalando canzoni al pubblico che, da parte sua, continua ad amarla come se non fosse mai andata via. Da quel lontano 1978 la tigre di Cremona, cosi soprannominata, ha continuato a ruggire forte.Mina e il mito, un’artista che nonostante la sua “assenza” in un’epoca di onnipresenza mediatica e tecnologica, ha saputo essere più presente di chiunque altro, sempre ironica, moderna, unica.

Lei continua a cantare, pure in inglese, in spagnolo, in tedesco, e persino in giapponese, senza spostarsi dalla sua casa di Lugano la sua musica, la sua voce, arriva dritta alle stelle, ed è difficile non provare quel “brivido felino” che lei stessa intonava in una celebre canzone.

Eppure al di là dei trionfi e dei numeri vistosi c’è molto, molto di più.

C’é un personaggio amatissimo che, con una personalità magnetica, ha sempre onorato la propria libertà di scelta, anche quando questa non coincideva esattamente con le aspettative di un’Italia non ancora emancipata. E cosi le tanto discusse minigonne o gli abiti vertiginosi abbinati ad un trucco stravagante fatto di eyeliner e ciglia finte, perché Mina si divertiva a giocare e provocare, incarnando perfettamente quel ruolo di avanguardista. Nonostante lei stessa si definisse «una lungagnona col vestito da cocktail sottratto di nascosto alla madre» il suo carisma incantava tutti, tanto da farne una vera icona. D’altra parte, Mina rappresenta la prima artista italiana a sentire forte la necessità di una propria etichetta discografica, per non piegarsi a logiche di mercato ed avere massima libertà musicale: é cosi che nel 1967 nasce la PDU per iniziativa di Mina stessa e del padre, Giacomo Mazzini.

E poi c’é la Mina dei tempi moderni, che continua a incantare ed emozionare, ma anche a divertirsi con la musica, come quando si presenta nella sua versione di ologramma alieno per il 68esimo Festival di Sanremo nel 2018, per una collaborazione con una celebre compagnia telefonica, oppure quando presta la sua voce al celebre pezzo electo-swing All night long del dj austriaco Parov Stelar, con i passi del ballerino Sven Otten (noto anche con il nome di JSM, acronimo di JustSomeMotion).

Da ricordare anche “l’evento” del 2001, quando Mina apre le porte del proprio studio di registrazione regalando un live streaming ai propri fan, e sono da ricordare anche quei suoi brillanti contributi in veste di editorialista per delle note testate italiane e, più recentemente, il tributo con cui Chanel e Karl Lagerfeld hanno voluto omaggiare la divina Mina.

Un personaggio poliedrico, coraggioso, e pronto a nuove sfide, come l’incontro con il rap ad esempio, come testimonia il duetto con il rapper Mondo Marcio in Angeli e Demoni, dando prova di grande curiosità e attenzione verso il nuovo.

L’abbiamo amata ad ogni nota e battito di ciglia, perché Mina è semplicemente unica, semplicemente “grande, grande, grande”.

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