Franco Zeffirelli, l’artista e l’uomo

di Marie Morel
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Il 15 giugno si è spento a Roma, all’età di 96 anni, uno dei più grandi registi, sceneggiatori, scenografi del cinema italiano, Franco Zeffirelli

Di origini fiorentine, secondo un’indagine genealogica condotta da due studiosi, si suppone che fosse imparentato con Leonardo da Vinci. 

La cosa non lascia stupiti, dinanzi alla sua acclarata indole creativa e geniale, che ha fruttato veri e propri gioielli, come il suo “Romeo e Giulietta”, l’”Amleto”, “La Traviata”, “Fratello sole, sorella luna”, per citarne alcuni. 

Per il suo lavoro Zeffirelli ha tratto ispirazione dalla Bibbia, dalla lirica, da grandi classici della letteratura ed è stato più apprezzato all’estero che in Italia, tanto da sentirsi spesso straniero in patria.

I suoi film, infatti, sono per lo più produzioni internazionali, con la partecipazione di attori del calibro di Richard Burton ed Elizabeth Taylor, Charlotte Gainsbourg, Judi Dench e Cher. 

La sua passione per Shakespeare, del quale ha portato sulle scene e sugli schermi numerose opere, gli è valsa la nomina a Sir, da parte della regina Elisabetta ed è l’unico italiano ad averla mai ottenuta.

Nel 1969, per “Romeo e Giulietta”, fu candidato agli Oscar come miglior regista, premio che avrebbe meritato di vincere, perché nessun adattamento cinematografico della celebre tragedia shakespeariana è emozionante come quella di Zeffirelli.

È uno di quei film che hanno segnato la mia adolescenza, l’avrò visto decine di volte e, sebbene nel corso degli anni io abbia conosciuto altri Romeo e Giulietta, nel mio immaginario resteranno sempre scolpiti con i volti, i costumi, gli scenari di Zeffirelli.

Il suo talento è stato premiato con numerosi riconoscimenti ed oltre ad essere un grande artista, era un uomo anticonformista e appassionato.

È stato uno dei pochi artisti negli anni cinquanta a professarsi apertamente di destra e anticomunista, cattolico ed omosessuale.

 La sua dichiarata omosessualità non ha mai ostacolato il suo rapporto con la Chiesa e con la fede, perché riteneva che se il rapporto carnale era peccato, doveva esserlo sia con un uomo che con una donna.

 Era polemico, invece, nei confronti dei movimenti gay, perché pensava che banalizzassero e ridicolizzassero l’omosessualità. Quando ne parlava diceva:” Io sono omosessuale, non gay”

Ha avuto una lunga relazione con Luchino Visconti, con il quale ha convissuto per molti anni e ha costruito una sua famiglia adottando, già grandi, Pippo e Luciano che sono cresciuti con lui e con i quali ha avuto uno scambio d’amore genitore- figli pari a quello di una relazione biologica. 

Tra le loro braccia si è spento nella sua casa di Roma, lasciando a tutti noi un patrimonio incommensurabile.

 Lo ricorderò rivedendo alcuni dei suoi film: “La bisbetica domatica”, “Romeo e Giulietta” (ancora) ,”Fratello sole e sorella luna”, “Jane Eyre” e “Un tè con Mussolini”

 

 

 

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